MLAN 2610
 ITAL 3610

Italian Literature in Translation


Prof. Fabio Girelli-Carasi

LECTURE 16 --  Nov 6
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2) Choose your favorite story among 1) 2) 3) 5) and explain what you liked: the character(s); the plot; the structure; the conclusion; the "message" as a reflection of the culture of the times; or any other aspect that pervades the entire story.

 3) Choose your least favorite among  1) 2) 3) 5). Make sure you don't confuse the quality of the story itself and the way it made you feel (just because may have upset you, it doesn't mean the story is of poor quality.)

4) Story n. 4 (Calandrino) introduces a character that appears in several other stories. He is the archetype of the gullible idiot that falls for scams and practical jokes. The public loved it. Does it appeal to the modern USA sensibility (not just YOUR sensibility, but the sensibility at large of our society)? Why?

 

San Gennaro
https://youtu.be/_rFFVeTappA

https://www.youtube.com/results?search_query=miracolo+san+gennaro+2019

[504] Aveva frate Cipolla un suo fante, il quale alcuni chiamavano Guccio Balena e altri Guccio Imbratta, e chi gli diceva Guccio Porco: il quale era tanto cattivo, che egli non è vero che mai Lippo Topo ne facesse alcun cotanto. [ 016 ] Di cui spesse volte frate Cipolla era usato di motteggiare con la sua brigata e di dire: “ Il fante mio ha in sé nove cose tali che, se qualunque è l'una di quelle fosse in Salamone o in Aristotile o in Seneca, avrebbe forza di guastare ogni lor vertú, ogni lor senno, ogni lor santità. Pensate adunque che uom dee essere egli, nel quale né vertú né senno né santità alcuna è, avendone nove! ” ; [ 017 ] e essendo alcuna volta domandato quali fossero queste nove cose, e egli, avendole in rima messe, rispondeva: “ Dirolvi: egli è tardo, sugliardo e bugiardo; negligente, disubidente e maldicente; trascutato, smemorato e scostumato; senza che egli ha alcune altre teccherelle con queste, che si taccion per lo migliore. [ 018 ] E quel che sommamente è da rider de' fatti suoi è che egli in ogni luogo vuol pigliar moglie e tor casa a pigione; e avendo la barba grande e nera e unta, gli par sí forte esser bello e piacevole, che egli s'avisa che quante femine il veggano tutte di lui s'innamorino, e essendo lasciato, a tutte andrebbe dietro perdendo la coreggia. [ 019 ] È il vero che egli m'è d'un grande aiuto, per ciò che mai niun non mi vuol sí segreto parlare, che egli non voglia la sua parte udire; e se avviene che io d'alcuna cosa sia domandato, ha sí gran paura che io non sappia rispondere, che prestamente risponde egli e sí e no, come giudica si convenga. ”

 

[506] ] la quale aperta, trovarono in un gran viluppo di zendado fasciata una piccola cassettina; la quale aperta, trovarono in essa una penna di quelle della coda d'un pappagallo, la quale avvisarono dovere esser quella che egli promessa avea di mostrare a' certaldesi. [ 027 ] E certo egli il poteva a quei tempi leggiermente far credere, per ciò che ancora non erano le morbidezze d' Egitto, se non in piccola quantità, trapassate in Toscana, come poi in grandissima copia con disfacimento di tutta Italia son trapassate:

 

[507] ] Poi richiusa la cassetta e al popolo rivolto disse: “ Signori e donne, voi dovete sapere che, essendo io ancora molto giovane, io fui mandato dal mio superiore in quelle parti dove apparisce il sole, e fummi commesso con espresso comandamento che io cercassi tanto che io trovassi i privilegi del Porcellana, li quali, ancora che a bollar niente costassero, molto piú utili sono a altrui che a noi. [ 038 ] Per la qual cosa messom'io cammino, di Vinegia partendomi e andandomene per lo Borgo de' Greci e di quindi per lo reame del Garbo cavalcando e per Baldacca, pervenni in Parione, donde, non senza sete, dopo alquanto per venni in Sardigna. [ 039 ] Ma perché vi vo io tutti i paesi cerchi da me divisando? Io capitai, passato il braccio di San Giorgio, in Truffia e in Buffia, paesi molto abitati e con gran popoli; e di quindi pervenni in terra di Menzogna, dove molti de' nostri frati e d'altre religioni trovai assai, li quali tutti il disagio andavan per l'amor di Dio schifando, poco dell'altrui fatiche curandosi, dove la loro utilità vedessero seguitare, nulla altra moneta spendendo che senza conio per quei paesi: [ 040 ] e quindi passai in terra d' Abruzzi, dove gli uomini e le femine vanno in zoccoli su pe' monti, rivestendo i porci delle lor busecchie medesime; [ 041 ] e poco piú là trovai gente che portano il pan nelle mazze e 'l vin nelle sacca: da' quali alle montagne de' bachi pervenni, dove tutte le acque corrono alla 'ngiú. [ 042 ] E in brieve tanto andai adentro, che io pervenni mei infino in India Pastinaca, là dove io vi giuro, per l'abito che io porto addosso che io vidi volare i pennati, cosa incredibile a chi non gli avesse veduti; ma di ciò non mi lasci mentire Maso del Saggio, il quale gran mercante io trovai là, che schiacciava noci e vendeva gusci a ritaglio. [ 043 ] Ma non potendo quello che io andava cercando trovare, perciò che da indi in là si va per acqua, indietro tornandomene, arrivai in quelle sante terre dove l'anno di state vi vale il pan freddo quattro denari, e il caldo v'è per niente. E quivi trovai il venerabile padre messer Nonmiblasmete Sevoipiace, degnissimo patriarca di Ierusalem. [ 044 ] Il quale, per reverenzia dell'abito che io ho sempre portato del baron messer santo Antonio, volle che io vedessi tutte le sante reliquie le quali egli appresso di sé aveva; e furon tante che, se io ve le volessi tutte contare, io non ne verrei a capo in parecchie miglia, ma pure, per non lasciarvi sconsolate, ve ne dirò alquante. [ 045 ] Egli primieramente mi mostrò il dito dello Spirito Santo cosí intero e saldo come fu mai, e il ciuffetto del serafino che apparve a san Francesco, e una dell'unghie de' Gherubini, e una delle coste del Verbum caro fatti alle finestre, e de' vestimenti della Santa Fé catolica, e alquanti de' raggi della stella che apparve a' tre Magi in oriente, e un ampolla del sudore di san Michele quando combatté col diavole, e la mascella della Morte di san Lazzaro e altre. [ 046 ] E per ciò che io liberamente gli feci copia delle piagge di Monte Morello in volgare e d'alquanti capitoli del Caprezio, li quali egli lungamente era andati cercando, mi fece egli partefice delle sue sante reliquie: [ 047 ] e donommi uno de' denti della santa Croce, e in una ampolletta alquanto del suono delle campane del tempio di Salomone e la penna dell'agnol Gabriello, della quale già detto v'ho, e l'un de' zoccoli di san Gherardo da Villamagna (il quale io, non ha molto, a Firenze donai a Gherardo di Bonsi, il quale in lui ha grandissima divozione) e diedemi de' carboni, co' quali fu il beatissimo martire san Lorenzo arrostito; le quali cose io tutte di qua con meco divotamente le recai, e holle tutte. [ 048 ] È il vero che il mio maggiore non ha mai sofferto che io l'abbia mostrate infino a tanto che certificato non s'è se desse sono o no; ma ora che per certi miracoli fatti da esse e per lettere ricevute dal Patriarca fatto n'è certo m'ha conceduta licenzia che io le mostri; ma io, temendo di fidarle altrui, sempre le porto meco. [ 049 ]