|
Eros e Nomos for L. P. Guarda
che rimane poco da vedere (un’altra versione diceva: pre-tendere lumeggiava un’altra ancora -
furba! por-tendere) Guarda
che da dirci c’era tanto e niente (torna quell’immagine
azzeccatissima della
pietra: “su che cosa si costruisce,
allora?”) —
ed io io
sono certo che t’amo — [fra
non molto ti dirò delle pietre e
di Hegel, e della morte] Guarda
che posso solo raccontarti (sfidando
il calvario delle lettere ignorando
che il falso esiste) —
lo so, lo so, tu
hai già capito tutto — Guarda
che per puro caso imperversa la comunicazione*
Ti
sei strappato i tendini e l’animo all’asta cercando
e febrilmente chiare e pure argomentazioni all’epoca
— ricordi? — come filigrane illeggibili e
dappertutto smarcando i dogmi l’inesauribile
caterva di dogmi Osserva
che negli angeli non ci credevi se
non come pura divagazione, essercizio il
sogno e l’immaginazione allora era una cosa tu
sì, dispiegavi asimmertrici aquiloni sventolavano
per interi giorni drappelli ingenuamente
variopinti, è chiaro, ero piccolo, ma
del vento amici Guarda
che rimane poco ancora tempo rimanga
l’inalterabile eretico ad accarezzarti di
poemi di metafore di strade verso il mio pensiero rimanga
pure l’altro l’impenetrabile universo ogni
giorno che ci si incontra con la gente quale
miracolo — pensa! — mostra, apprendimento gratuito Osserva
che sto rivolgendo la mia storia e
che le musiche te le sei cercate, e inventate, a
volte anche accarezzato con guancia e gioia e
rispondi alla polifonia degli strumenti l’abbraccio
fra le immagini dei due mondi confluite* Vedi
che la tensione è anche quella elettrica si
trattava allora solo di marionetta adesso,
invece, andiamo quotidianamente al negozio al
lavoro, guarda che rimane poco Ricordati
che le nuvole assumono infinite forme e
i colori dei cieli solo i pittori i folli cercherebbero
inultimente di derubarci le
strade si snodano tra gli alti e bassi dei
crepacci e delle vicende le
vetrine le pattumiere i taxi asfissianti Ricordati
che la tua storia vive solo nel tuo sguardo e
che la scrittura, come la memoria, rischia ogni
mattina di svegliarsi stanca, sbiadita, smarrita Ascolta
le asmatiche flessioni dei discorsi pulviscoli nei
torrenti e gli anelli di comunicazioni i
suoni due tre volte smossi ti fanno desiderare
gli echi, le terze versioni il
doppio il falso delle maschere, ascolta dunque
lo scomparire degli idoli del valore esatto, astratto, a
lo stridio di motori antichi inceppantisi ascolta
adesso accuratamente il soffio dei microfoni ascolta
ormai solo la luce fredda il silenzio la distanza Guarda
che bisogna che ti dia una terza via* Preparati
le borse i pacchetti le ricevute il profumo —
il corpo ha già stravisto e
gli occhi hanno già toccato — ad
accumulare i cataloghi cognomi e date indirizzi
e provenienze e su tutto i colli nebbiosi di
sentimenti sensazioni sincere sensibilità filosofie
perfino! preparati alla tua summa chè
non mancano memorie tristezze alibi appoggi
indifferenze trasbordi e
l’amore versa
l’inchiostro si diceva una volta in
questa versione si annuncia il dramma finale l’impossibile
risoluzione dell’atto attore di se stesso la
musica, si sa, qualche volta non piace al pubblico (uno
strumento, un leit-motif, un pessimo arrangiamento) il
pubblico vuole anche divertirsi preparati
all’incontro finale qui
le parole sono pietre, e l’amore* |
*Take a look, there’s little left to see / (another version had it: / to pretend / another one, slyly, highlighted: / to portend) // Look here, there was so much and nothing to say / (I recall your most exacting image/ of the rock: / “what are we building on, then?”) // — and I, / I know I’m sure I love you — // [in a short while I’ll tell you everything about the rocks / and Hegel, and death] // Look, the only thing I can do is talk about you / (taking on the ordeal of the letter / unawares that what is false does exist) // — I know I know, / you understand everything perfectly — // Look, it’s by chance but communication is everywhere //
*You tore your tendons and your soul auctioned off / the feverish search for pure explanations clear for / the times — remember? — as illegible watermarks / and everywhere dribbling around dogmas / the inexhaustible supply of dogmas // Note that you never believed in angels / other than as a child’s musings, being-exercizing / the dream and imagination were then the same / indeed you often unfurled unsymmetrical kites / and recall the days when banners fluttered high / colors naively arranged, of course, I was little, / but a friend to the winds // Look, there is now still little time left / let that incorrigible heretic continue to caress you / with poems with metaphors of roads pointed toward my mind / let also the other impenetrable universe remain / for each day we meet people on the street / think! it’s a miracle, a showing, learning for free // Note that I am addressing history / and that you looked for, and invented, your tunes / often caressed even with cheeks and happiness / and do respond to the polyphony of the instruments / the embrace of the images of the two worlds come together //
*See that tension could refer to electricity / it was then a question of marionettes / now, instead, we walk everyday to the store / to work, watch it: there is little time left // Remember that the clouds take on endless shapes / and the colors in the sky only a painter a fool / would vainly attempt to rob us of / the roads unwind through the highs and lows / of the mountain clefts the vicissitudes / shopwindows trash cans polluting taxicabs // Recall that your story lives on but only in your glance / and that like memory writing too runs the constant risk of / awaking each day toilworn, colorless, misplaced // Listen to the asthmatic inflections of discourses dust / in the torrents rings of communication / sounds twice thrice removed make you wish / for the echoes, the third versions / what is double, the untruth of masks, listen / then to the disappearing of idols of exact abstract value / and the shrieking ancient engines jamming / listen now carefully to the whisper of the microphones / listen by now only to the cold light the distance the silence // Look, I must grant you a third way //
*Prepare the handbag the packages the receipts the perfume / — the body has more than seen / and the eyes have already felt — / stack up the catalogues the surnames the dates / addresses and provenances and above all the foggy hills / of sensations sentiments sincere sensibilities / even philosophies! prepare yourself for the summa / for there is no dearth of memories sadnesses alibis / support indifferences transfers / and love // ready the inkwell they used to say long ago / in this version comes word of the final drama / the impossible resolution of the act acting for itself / it is well know the audience often dislikes the music / (an instrument, a leit-motif, a lousy arrangement) / the audience asks to be entertained / brace yourself for the final encounter // here the words are stones, and love