Translations by Adria Frizzi Diario
fiorentino I per le antiche stradine di Firenze i miei piedi riconoscono il selciato volano nelle nere scarpe piatte più giovani di allora captando l’eco dei tacchi alti a spillo guardinghi timorosi d’interstizi servitori di un corpo ignaro e all’erta selvaggina in attesa. Ora liberi ridono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . quanta strada hanno fatto esploratori esperti sanno che questo è terreno loro. From Florentine
Journal On the old narrow streets of Florence my feet recognize the uneven stones fly in black flat canvas shoes younger than before capturing the echo of high stiletto hills their gait wary fearful of cracks servants of an unknowing watchful body prey constantly on the alert. Now unbound they laugh . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . what distance they have traveled expert explorers they know that this is their terrain. Natura morta 31 dicembre una lattina di birra vuota un bicchiere di cristallo orlato d’oro, un piatto di terraglia sbrecciato molliche di pane buccie di mandarino come ruvide conchiglie abbandonate su qualche spiaggia di un’infanzia fantasma tra castelli di sabbia una paletta un secchiello una formina di metallo a stella, arrugginita un cuore enorme violaceo spaccato come una melagrana. Still-Life December
31st An empty can of beer a gold rimmed crystal glass a jagged earthenware plate bread crumbs tangerine skins curled like rough shells left behind on some shore of a phantom-childhood among sand-castles a small pail a shovel a rusty star-shaped metal mould a swollen purplish heart cracked like a pomegranate. ancora Si vive e si riflette sulla vita nasce un mattino ed è quasi inverno il cielo esangue tacita la casa come fortezza in attesa dell’assedio umidi ancora i corpi dei bambini non ancora dal tempo maculati i loro gridi trinciano l’aria brandelli restano sospesi formano informi ragnatele di memoria la mia pelle ne è tutta ricamata. still one lives and, meditates on life a day is born and is almost winter drained of blood the sky silent the house waiting for the siege the children’s bodies still damp not yet mottled by time their cries rend the air shreds remain suspended forming formless webs of memory embroidery on my skin. Plaza 15 de
mayo (Sucre,
Bolivia) come tranquilla nella notte appena nata questa piazza bagnata dalla sorniona luce dei lampioni accoglie la sua gente che senza fretta indugia gli amici chiaccherando gl’innamorati gli occhi incatenati e una mamma minuscola leggera col suo niño stretto al dorso nel grande scialle colorato i piedi nudi nei sandali quasi danzando scorre davanti a me che la trattengo di lei il mio sguardo nutro fatto di minuti sempre più brevi viandante presto ingoiata dalle tenebre plaza 15 de
mayo (Sucre,
bolivia) How peacefully in the new-born light this square bathed in the street-lamps’ sly light welcomes its people who in no hurry linger friends chatting lovers their glances locked and a tiny mamá so light with her niño tightly bound to her back in a large colored shawl her bare feet almost dancing glides before me who hold her back of her nourishing my eye the minutes shorter and shorter a passer-by soon to be swallowed by darkness. |